MANIFESTO - "PER UN NUOVO STATO DELL'ARTE"

G53 RSM nasce su impulso degli artisti rappresentanti il padiglione di san marino alla 53^ biennale di venezia.

E' un movimento culturale ed artistico sammarinese che ha come fondamento la valorizzazione della libertà espressiva, formale ed informale e della ricerca artistica nonchè la sua interazione ed integrazione nel tessuto sociale per un “nuovo Stato dell’arte”.

Nel tempo di passaggio epocale in cui viviamo sono in gioco molti fattori che minacciano drammaticamente la libertà e diventa sempre più urgente prevedere e attuare nuove forme di sopravvivenza e di coesistenza. Una responsabilità in questo senso investe innanzitutto le persone che dispongono di maggiore libertà mentale.

L’artista gode appunto di tale responsabile privilegio. Per questa ragione esso si trova nella condizione di proporre insieme un significativo impegno di “trasformazione sociale responsabile”.

L’intento è quello di portare la creatività, cioè l’arte, ad interagire direttamente e a integrarsi con ogni ambito del tessuto sociale, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dalla produzione all’educazione.

sabato 26 settembre 2009

L’ENERGIA MISTICA DELL’ARTE DI MARIALUISA TADEI


"..dal sito www.teknemedia.net del 19/08/09 di Francesca Caputo"


Comprendere l’arte di Marialuisa Tadei equivale ad avere il coraggio di lasciarsi andare all’attesa, al tempo dilatato; elementi che rendendo percepibile lo spazio, oltre che gli istanti del tempo e quindi della vita. L'atteggiamento spirituale e la potenzialità visionaria insita nel percorso della Tadei - considerata una delle più promettenti giovani artiste in ambito internazionale - danno vita ad opere in cui letteralmente arrendersi alla bellezza e alla forza del senso pieno del fluire, dell’unicità, del cammino individuale. Marialuisa Tadei partecipa alla 53˚ edizione della Biennale di Venezia con due personalissimi percorsi. Il primo è rappresentato da “Le lacrime della grande ciglia” (1997-2002), esposta nel padiglione della Repubblica di San Marino (all’interno del progetto 4”3° 56’ 11,77’ Nord. Mondi da Fare”, a cura di Valerio Pradal). L’opera è costituita dalle linee di ferro arcuato della grande ciglia, da cui pendono bolle di vetro con trucioli di ferro che simboleggiano un pianto, un momento di sofferenza. Arte, dunque, come fonte di conoscenza e medium per opporsi alla decadenza etica della società contemporanea. L’artista utilizza in maniera profonda la forza della metafora e del simbolo, così che l’idea di leggerezza, di sospensione dello spazio diventano espressione di una concezione programmatica dell’arte a cui affidare un compito etico ed insieme estetico. Allo stesso modo nelle sue creazioni è spesso presente l’annullamento della dicotomia tra leggero e pesante, chiuso e aperto, opaco e trasparente. Come ha scritto il critico Giorgio Cortenova: “Marialuisa Tadei lavora da sempre in questi sentieri saturi di magia, di metafore, di sogni che si trasformano in realtà. E viceversa, come se questa e quelli svaporassero appena rappresi, prendendo forma plastica e subito dopo fuggissero verso un palpito d’ali, un gorgogliare di luce, un miraggio ingannevole che esalta e stupisce lo sguardo”. Ed è per questo motivo, prosegue il critico, che: “Tadei è consapevole che nulla è più irriducibile alla realtà che la realtà stessa. Perciò polverizza i processi razionali e, come pochi altri artisti del panorama contemporaneo, lascia spazio al lirismo dell’animo, agli scarti, alle contaminazioni, ai materiali ricchi che sembrano poveri e a quelli poveri che paiono ricchi”. Il secondo percorso con cui l’artista partecipa alla Biennale è costituito dalla mostra personale “Passaggio alla Luce - Into the Light”, a cura di Giorgio Cortenova allestita all'interno della Chiesa di San Samuele, con cui interagiscono le sue opere, circa una ventina, tra le più significative della sua recente produzione. Così come all’interno di una chiesa ci si raccoglie in meditazione, nell’arte della Tadei si contempla l’insita necessità e perfezione del Tutto. Il libero movimento di un’energia che ritrova l’eternità in un istante, la spiritualità della luce e del colore e del bilanciamento di forze nell’elevazione verso l’infinito e la pienezza di Dio. La collocazione entro un edificio sacro amplifica la potenza ed il significato delle sue opere che, pur nella diversità dei medium utilizzati, sono accomunate dalla scelta dei materiali che valorizzano la luce, poiché l’artista aspira, con la sua arte, ad avvicinare gli uomini alla dimensione dell’assoluto e dell’infinito. Colpisce, per l’impatto emotivo, l’installazione “Passaggio alla luce” del 2009, che allude al 'Passaggio' dell’uomo, dopo la morte, dalla condizione terrestre, scandita dal tempo, a quella spirituale della Luce Eterna. È un opera tridimensionale, un ambiente praticabile, in cui il fruitore attraversa un percorso faticoso, composto da sassi di vetro, dal suono stridente, per arrivare alla luce di Dio, che infonde armonia e serenità, come le sfere riempite di soffice materiale bianco, sospese nell’aria e rispecchiate dalla superficie. Precisa Cortenova: “(…) le sfere e le mezze sfere, simboli della sapienza e delle sue alterne vicende, vivono l’ostinata e precaria esperienza dello spazio reale. L’estasi dei sensi si annida in una materia che svapora nell’evocazione”.

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Waterfall, 2009

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Passaggio alla luce, 2009


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OculusDei, 2007

L’indagine sul tema e sui significati della luce e del colore prosegue in “Waterfall” del 2009, costituita da un dispiegarsi a cascata di strisce coloratissime e cangianti di PVC, che si arrotolano plasticamente al suolo. Per il critico Omar Calabrese: “La contrapposizione ‘terra/cielo’ è chiarissima, così come la fluidità della discesa di materiale verso il basso, e la contrapposizione tra ‘rarefatto’ (le strisce discontinue) e ‘compatto’ (il risultato, con il suo disegno quasi geografico) sulla superficie. Peraltro, uno sguardo ravvicinato ci induce ad apprezzare la solidità della figura intera, nonostante la lievità del materiale impiegato per ottenerla”. L’opera “Equilibri” (1995-1996) esprime la leggerezza che l’essere umano raggiunge dopo essersi liberato dalle prigioni terrene, elevandosi verso la dimensione spirituale. È composta da una sorta di petali di rete e nylon, ricolmi di piume; frammenti di luce fluttuanti che salgono la cielo. Il critico Donald Kuspit spiega che: “Sono sezioni incrociate di una piramide ascendente, carica, per così dire, di una luce virile che le solleva tenendole al tempo stesso sospese in uno spazio tutto loro”. L’installazione “La Sapienza Creatrice” (2006-2009) è composta da sfere di vetro di Murano, argentato e specchiato che, adagiate sul pavimento della chiesa veneziana, rimandano e riverberano lo spazio mistico. Ancora un lavoro sul vetro e le trasparenze, per dare l’idea della luce. Quest’opera rappresenta la 'Sapienza', con un chiaro riferimento ai Maestri del passato, come Domenico Ghirlandaio e Piero della Francesca, che hanno usato la sfera per rappresentare la 'Sapienza'. Come ha dichiarato l’artista, durante l’inaugurazione della personale: “Oltretutto questa Biennale si chiama ‘Fare Mondi’, per cui c’è il riferimento alla sapienza creatrice di Dio, che è l’architetto assoluto, l’artista per eccellenza”. L’installazione condensa la poetica dell’artista e, per usare le parole di Donald Kuspit: “(…) possiede l’euforia del ritmo organico – l’intimo godimento dell’esistenza vitale, per così dire – ed esprime la libera creatività dell’artista e il suo empatico apprezzare la vita, rimanendo al tempo stesso ingegnosamente astratta, abbracciando lo spazio cosmico pur trascendendolo energicamente. In quest’opera vi è un senso di inevitabilità – il sublime apice dell’astrazione organica operata da Tadei – che solo la vera arte trasmette”. La serie “Oculus Dei” (1998-2008), e l’opera “+” (2000-2001) rendono ancora più esplicita la missione che la Tadei si prefigge di raggiungere mediante l’arte. Al pari degli uomini del Rinascimento, che studiavano l’uomo attraverso la natura, l’artista è interessata a trovare tutte le interconnessioni tra il microcosmo, ovvero la biologia e le forme che sono entro il nostro corpo ed il macrocosmo, la natura, l’astrologia. In particolare nel lavoro intitolato “+”, una croce di lastre colorate di vetro appoggiate a terra, dai volumi aggettanti, risulta interessante l’unione tra macro e microcosmo, poiché la gamma di colori utilizzata – verde, giallo, blu – non solo rimanda ad elementi del creato (vegetazione, sabbia, mare), ma anche alla composizione dell’iride dell’artista.

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OculusDei, 2007

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La Sapienza Creatrice, 2006-2009

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+, 2000-2001

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Equilibri, 1995-1995 (sullo sfondo) +, 2000-2001 (in primo piano)

Dunque questa croce racchiude non solo il simbolo della religione, metafora di passione e sacrificio, ma rispecchia anche il percorso dell’anima umana. Analogamente la serie “Oculus Dei” – grandi dischi realizzati in marmo e vetro, con la tecnica del mosaico bizantino, in cui ogni tessera è tagliata a mano, recuperando quelle particolari funzioni mistiche di dilatazione dello spazio e della luce, che donano all'arte musiva un ruolo espressivo e di armonia determinante – condensa la simbologia dell’occhio divino con l’iride dell’artista. La scoperta che l’occhio sia un piccolo microcosmo si rivela all’artista dopo un grave incidente avuto nel 1994. Eredità di questa esperienza è la fluorangiografia, ovvero l’immagine della struttura anatomica del suo occhio, su cui ha iniziato a lavorare per una serie di opere. Sono sculture dinamiche, forme cinetiche in cui l’artista mette in relazione luce e movimento, creando equilibri e tensioni delicati e mutevoli, come la complessa natura umana. Tadei lavora contemporaneamente su due livelli: quello simbolico, di mediazione tra l'umano e il divino e quello dell'esperienza diretta, emotiva, di dialogo immediato tra l'opera e il fruitore. Per questo spiega l’artista, in un intervista rilasciata a Valerio Dehò: “Mi interessa il mosaico perché richiama i pixel elettronici: le tessere sono quasi una predizione del futuro – cioè attuale – di comunicare il significato. È una tecnica molto antica, e poi la luce che emana è formidabile, cambia a seconda dell’ora del giorno e della notte. È una tecnica che fa da ponte tra l’antico e il contemporaneo”. Una interessante personale della Tadei, “Inside the eyes”, a cura di Valerio Dehò, è allestita presso la Galleria Contemporary Concept di Bologna, fino al 18 settembre. La ricerca artistica di Marialuisa Tadei ha conservato uno stile prezioso e identitario senza mai smarrirsi, senza perdere mai il proprio segno, la propria sintesi; uno stile che è cresciuto e maturato centrandosi sulla sensibilità ad una trascendenza forte. Credendo fermamente nel potere della spiritualità, i suoi lavori sono in grado di dimostrare come l’arte contemporanea non sia solo puro decorativismo, bensì anche ricerca fondata su importanti ed imprescindibili valori in opposizione alla sterile civiltà materialista ed ai suoi miti, all’ipertrofico postmoderno. Nell’arte della Tadei non vi è separazione fra spirito e vita che, inevitabilmente connesse sia nel positivo che nel negativo, costituiscono la base della condizione umana. In questo percorso artistico la spiritualità si dimostra essere la ragione che spiega ogni cosa, ogni evento ed ogni azione, materializzandosi in qualsiasi cosa tangibile e reale. Non resta che perdersi nell’estasi della visione.


Galleria Contemporary Concept:
http://www.teknemedia.net/archivi/2009/5/29/mostra/37845.html

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Titolo
43°56’11,77” Nord
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