MANIFESTO - "PER UN NUOVO STATO DELL'ARTE"

G53 RSM nasce su impulso degli artisti rappresentanti il padiglione di san marino alla 53^ biennale di venezia.

E' un movimento culturale ed artistico sammarinese che ha come fondamento la valorizzazione della libertà espressiva, formale ed informale e della ricerca artistica nonchè la sua interazione ed integrazione nel tessuto sociale per un “nuovo Stato dell’arte”.

Nel tempo di passaggio epocale in cui viviamo sono in gioco molti fattori che minacciano drammaticamente la libertà e diventa sempre più urgente prevedere e attuare nuove forme di sopravvivenza e di coesistenza. Una responsabilità in questo senso investe innanzitutto le persone che dispongono di maggiore libertà mentale.

L’artista gode appunto di tale responsabile privilegio. Per questa ragione esso si trova nella condizione di proporre insieme un significativo impegno di “trasformazione sociale responsabile”.

L’intento è quello di portare la creatività, cioè l’arte, ad interagire direttamente e a integrarsi con ogni ambito del tessuto sociale, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dalla produzione all’educazione.

lunedì 19 luglio 2010

"frammenti": la mostra (virtuale) del pittore antonio lengua

San Marinon 1 luglio 2010/1709 f.F.R.


Da San Marino Fixing



L’arte che rinnova l’arte. La scompone, la ricompone, la moltiplica. L’amplifica. Dal 15 luglio all’8 agosto (ingresso libero), nella splendida cornice del Palazzo S.U.M.S., a San Marino Città, è in programma la mostra personale di pittura di Antonio Lengua, “Frammenti”. Frammenti di quadri, dettagli che si amplificano, il piccolo che diventa grande e ruba la scena allo sguardo complessivo.
Alla base di questa personale dell’artista nato a Cervinara, ma residente a San Marino da una vita, c’è l’idea di prendere i due quadri che hanno partecipato alla 53esima edizione della Biennale di Venezia e di scomporli in particolari. Frammenti appunto, delle due opere, “Fuori dal Mondo” e “Angolo di Città”.
“È questa la magia dell’arte - spiega Antonio Lengua – anche quando pensi di aver visto tutto ti rendi conto di quanto sia importante la prospettiva. Dipingere queste due opere è stata una vera emozione, come sempre. Anche portarle a Venezia, alla più importante rassegna in assoluto, la Biennale, ha rivestito per me una grande importanza. E poi, quando mi è venuta l’idea di lavorare su queste opere scomponendole, sono riuscito ad entrare di nuovo nei quadri, perdendomi nei particolari”.
Nello specifico, “Fuori dal Mondo” è stato scomposto in dodici particolari, “Angolo di città” in otto. Venti quadri di misura 100 per 120 e 80 per 100 in cui le due tele originarie sono riprodotte interamente, con alcuni “focus” sui dettagli che l’artista ha ritenuto più significativi.

Giovedì 15 luglio alle ore 18.30 la "vernice". Seguirà rinfresco.

“Frammenti” ha il patrocinio della Segreteria di Stato alla Cultura e del settimanale San Marino Fixing.

Per informazioni: tel. 0549-905011.

E' come se Antonio Lengua fosse nato dentro e insieme ai suoi quadri. Un origine del mondo simile a quella dei miti della "Via dei Canti" di Bruce Chatwin: lì il mondo nasceva dalla pozza primordiale e veniva creato cantando. Qui è come se l'artista si fosse alimentato con la bocca degli occhi di quello che lui stesso creava: per crescere, per vivere e moltiplicarsi. E' come se Antonio Lengua avesse sviluppato nei suoi occhi, nutrendosi di immagini-cibo, una sorta di visualizzazione in 3D. E, la offrisse ora ai visitatori della sua Personale operando una parcellizzazione delle opere originali: entrare dentro un quadro, esplorarlo, negarlo e simultaneamente resuscitarlo per riproduzione.
Compiere un omicidio-suicidio per solitudine, un solo quadro, un solo Lengua, e tirare fuori dalle viscere del dipinto uno, cento, mille quadrilengua.
Il Viaggio dei Primissimi Piani dentro “Angolo di Città”, è senza dubbio affascinante.
Una testa quasi nascosta di tre quarti, profilo affilato e calotta di capelli aerodinamici, è protetta alle spalle sino alla sommità della nuca da un mantello futurista composto da sezioni di cono rovesciate e triangoli ocra e blu chiaro, degradante sino all'azzurro. Erano nell'originale, nell'apertura in campo lungo, sezioni di un palazzo della città dai paesaggi desolati e minacciosi. Accanto e dietro l'uomo con mantello, una porta finestra chiara e cieca: non mostra nulla dietro i suoi vetri. Un'altra testa di donna, perfettamente di profilo, la lunga mascella, l'iride blu sull'angolo dell'occhio. Ora sovrasta il piccolo uomo con mantello, sembra ignorarlo. Anche qui le sezioni dei volumi geometrici, affastellate una accanto all'altra, costruiscono un costume tecnologico e futurista che copre la donna, tra Moebius e Metropolis di Fritz Lang. Quel costume, nella visione d'insieme del quadro originale, era una grande ala, lì verde cupo, paludoso, ora blu chiaro dalle degradazioni lunari. Di nuovo la testa di donna, in primissimo piano, dietro un disco grigio pietra: spicca il copricapo-capelli tramato di linee curve che si susseguono come onde.
Alle spalle uno scorcio di paesaggio dove trionfa una piramide alta ed aguzza. Un altro frutto della moltiplicazione: solo paesaggio di città a perdita d'occhio. Muri senza finestre, case senza tetto, aperte verso il cielo, scatole ocra, sulle quali levita leggero un fiume azzurro che precipita in un lago pensile sostenuto da un cono giallo. E ancora uno dopo l'altro frammenti di architettura lenghiana: muri portanti, cilindri, piani, gradoni, finestre circolari, colonne con piedistallo, archi, un delirio costruttivista geometrico, matematico. Grandi sassi, rocce levigate, colline di pietra, sono sostegno e confine della città.
Il cielo azzurro è venato d'arancio.

(Saverio Mercadante)


Dove non arrivano gli occhi, subentra l’Arte. E’ una zoomata sul particolare, quella che ha voluto percorrere Antonio Lengua nella sua indagine: come una lente, come un microscopio, per entrare nel dettaglio e (ri)creare, quasi per germinazione spontanea, un’opera “altra”. O meglio: 12 opere, 12 squarci, che solamente alla fine si ricompongono nell’unità iniziale. Così per “Fuori dal mondo” che, nella disgregazione – ma solo apparente – del tempo, crea una sorta di viaggio che dalla miniaturizzazione iniziale, si trasforma in finestra aperta sull’universo.
La forza dell’immagine “esce” con slancio e vigore nel primo ingrandimento dove tre cime – le tre Torri della Repubblica di San Marino -, bagnate da una luce lunare, sembrano illuminare la schiena di un Re, avvolto e rannicchiato – in una sorta di contemplazione – innanzi a una scultura. Un occhio acceso e minaccioso invece invade l’osservatore che si avvicina alla seconda opera. E’ un personaggio vigile, che instilla silenzio tra una volta celeste segnata a croce – la condanna e la resurrezione – e un sottopalco basso, colorato, che richiama alla vita primaverile. Lavora invece su due punti luce – uno basso e uno alto – la terza indagine: ad una sfera che rassomiglia a un centro per freccette fa da contraltare una luna, piccola: un occhio pallido, che si posiziona davanti a un enorme dito, che cerca la via della sublimazione. I due occhi, nel quarto quadro, ruotano di 90 gradi: se l’algido spillo conserva la sua luce, il mondo pluricolorato – un’altra galassia, un’altra vita, un altro sistema – appare nelle sembianze di un sole autunnale, meno carico ma che riesce a portare vita agreste (l’immagine della foglia verde che gli fa da cappello ci parla di linfa, di piante, di respiro) probabilmente bucolica. Il quinto attimo – cinque le dita che richiamano l’arto, novello sposo dell’arte – porta l’osservatore nell’universo, luogo privilegiato di meditazione sul globo: il pianeta, sintetizzato in due colori (verde e azzurro), si affaccia – intermezzato da un piccolo sole – ad una materia della mente in cui, a una scelta di abolizione degli spigoli, risponde la morbidezza della curva, quasi a voler trovare un equilibrio di forme e volumi. Materia che compare nella zoomata successiva: il mondo bicolore si denuda, e – libero da ostacoli - dona la sua energia ad un piccolo sole. Il disco giallo però appare decisamente più carico: il punto di colore è denso, quasi oleoso, lontano dall’estate ma non ancora indebolito dall’autunno. E’ un sole che inventa cerchi più gentili, non perfetti. Un luogo dove la vita può rinascere, dove la corona del Re ritrova sfavillanti raggi. Dove il grano si intreccia con i sogni dell’uomo. Nel settimo frammento il mondo è lontano – il colore è materico, uniforme, appallottolato – catturato da una mano uncinata che lo vuole soffocare. O lo vuole alzare a trofeo. A forma perfetta, a città-Stato, utopica ma distante da quella tratteggiata dal filosofo Tommaso Moro. Il Re – ma con il viso scoperto – ritorna dell’ottavo quadro: il reale è avvolto in una sciarpa panna, e sembra ignorare la vorticosità della scena che appare alle sue spalle: un cielo ovattato si trasforma in un occhio senza pupilla che osserva – dal fondale – il retro della corona, senza però porsi alcuna domanda sociologica.
Usa la lente d’ingrandimento, Lengua, per il nono taglio: la figura inquietante del secondo quadro appare più grande – forse adulta – e svela la forza dell’indagine: gli occhi entrano in quelli dell’osservatore per farsi specchio dei fantasmi dell’umanità. Sforzi geometrici invece incidono il decimo passo, che si compie nella danze volumetrica delle linee fredde e delle curve della natura. Ma è ancora il globo, questa volta impreziosito dei suoi colori più genuini – il verde e l’azzurro – a dare il nome all’undicesimo atto: l’aria appare tersa, in bilico tra una luna lillipuziana e un sole che, perduti i sue riflessi, scandisce il tempo dell’umanità. Possiede tinte munchiane la chiusa, ad effetto: il sole – i soli dell’uomo – riecheggiano in tonalità materne (il rosa), quasi a voler portare gli occhi verso il seno materno, fonte prima di vita di nutrimento. E quello che avviene nella mente – lo sperone color oro, simbolo onirico per antonomasia -, alla fine, rimane solo un sogno. Lontano. O, per parafrasare l’artista, “Fuori dal mondo”.

(Alessandro Carli)


"frammenti" dopo la biennale la personale di antonio lengua




San Marinon 16 luglio 2010/1709 f.F.R.


Da San Marino Fixing

Taglio del nastro, giovedì pomeriggio, per la mostra "Frammenti", del pittore Antonio Lengua, presso la Sala Fondazione San Marino del Palazzo S.U.M.S. di San Marino Città (via G.B. Belluzzi 1). Alla vernice hanno preso parte il Segretario di Stato alla Cultura Romeo Morri e il Curatore della presenza sammarinese alla 53esima Biennale d'Arte di Venezia Valerio Pradal, con Loris Pironi, direttore di San Marino Fixing - media partner dell'evento - a fare gli onori di casa.

La personale di Lengua scaturisce dalle due opere che il pittore neofuturista ha portato alla 53esima Biennale di Pittura. Le opere, nello specifico, sono “Fuori dal Mondo” e “Angolo di Città”, che Antonio Lengua negli ultimi mesi, ha scomposto, riducendole a “frammenti” (da qui il titolo di questa personale), ponendo in evidenza i dettagli, i particolari delle due opere.

Nello specifico, “Fuori dal Mondo” è stato scomposto in dodici particolari, “Angolo di città” in otto. Venti quadri di misura 100 per 120 e 80 per 100 in cui le due tele originarie sono riprodotte interamente, con alcuni “focus” sui dettagli che l’artista ha ritenuto più significativi.

“È questa la magia dell’arte - spiega Antonio Lengua - anche quando pensi di aver visto tutto ti rendi conto di quanto sia importante la prospettiva. Dipingere queste due opere è stata una vera emozione, come sempre. Anche portarle a Venezia, alla più importante rassegna in assoluto, la Biennale, ha rivestito per me una grande importanza. E poi, quando mi è venuta l’idea di lavorare su queste opere scomponendole, sono riuscito ad entrare di nuovo nei quadri, perdendomi nei particolari”.

Dice di lui l’arch. Valerio Pradal, curatore della partecipazione sammarinese all’ultima Biennale: “La prima volta che in qualità di Curatore vidi un’opera di Antonio Lengua, pensavo di trovarmi di fronte ad un sognatore che con volontà reale voleva essere protagonista della sua storia. Un narratore con capelli bianchi che avvolgevano un volto solare. Non mi sono sbagliato. Le sue opere bisogna ascoltarle”.

La mostra, è organizzata dall'associazione Noor2 e resterà aperta sino all'8 agosto presso la Sala Fondazione San Marino del Palazzo S.U.M.S. di San Marino Città (via G.B. Belluzzi 1).

Per ulteriori informazioni: 339-8064188.

domenica 18 luglio 2010

"Vetiver" personale di Gabriele Gambuti


mostra “Vetiver

daò 10 luglio 2010 al 5 settembre 2010

inaugurazione sabato 10 luglio 2010 ore 18,00
museo pinateca di san francesco - san marino


San Marino 9 luglio 2010/1709 d.F.R.

c.s. Segreteria di Stato alla Cultura



Prosegue, da parte della Segreteria di Stato alla Cultura, un’intensa attività di sostegno e promozione dell’arte sammarinese. Nella giornata di sabato, il Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione, Cultura e Università, Romeo Morri ha inaugurato, presso la Pinacoteca San Francesco, la mostra "Vetiver", personale di Gabriele Gambuti che espone le sue opere pittoriche e di ceramica. Morri ha rilevato come il livello qualitativo dell’arte sammarinese stia crescendo e sia ricco di spunti e di vivacità ed ha sottolineato l’impegno della sua Segreteria di Stato, volto alla valorizzazione di questo patrimonio culturale, attraverso un progetto mirato che culmina nella manifestazione “Alba sul Monte”, il prossimo 17 luglio, nella quale ogni forma di arte e di cultura genuinamente sammarinese sarà presenta ad un vasto pubblico di cittadini e di visitatori.

Il Segretario Morri ha poi inaugurato la Rassegna degli artisti di strada, che si svolge attraverso l’esposizione delle opere pittoriche di numerosi artisti sammarinesi lungo la Contrada Omerelli e che è giunta alla sua 10° edizione.

Morri ha rilevato la costante crescita di livello di questa originale manifestazione, anch’essa inserita fra le numerose offerte culturali di “Alba sul Monte”. “Questa vivacità culturale ed artistica” ha affermato Morri “ci convince a compiere il massimo sforzo per sostenere e promuovere uno degli aspetti più veri e genuini del nostro Paese. Attraverso l’arte, infatti, può crescere l’immagine positiva di San Marino, della sua cultura, delle sue tradizioni e delle sue bellezze paesaggistiche.”

43°56’11,77” NORD - MONDI DA FARE

Stato
REPUBBLICA DI SAN MARINO

Titolo
43°56’11,77” Nord
Mondi da Fare

Patrocinio
SEGRETERIA DI STATO PER GLI AFFARI ESTERI E POLITICI

SEGRETERIA DI STATO PER L’ISTRUZIONE E LA CULTURA,
L’UNIVERSITÀ E GLI AFFARI SOCIALI


Supporto
SEGRETERIA DI STATO PER IL TURISMO E LO SPORT,
LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E RAPPORTI CON L’AZIENDA
AUTONOMA DI STATO PER I SERVIZ
I

Commissario
Leo Marino MORGANTI
leomarinomorganti@libero.it

Curatore
Valerio PRADAL
valeriopradal@10united.it

Coordinamento
Maria Alessandra ALBERTINI
Sivia BERTI
Corrado CARATTONI
Alessia GHIRONZI
Elisa MANZAROLI
Lorenza MEL
Edith TAMAGNINI

Sostenitori del progetto
Fondazione San Marino Cassa di Risparmio della Repubblica
di San Marino
- SUMS UNESCO - Delegazione permanente
della Repubblica di San Marino